Obbiettivo 2015 n.1: strappo del Santuario Montecastello senza piede a terra

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I primi chilometri sono sempre i più difficili quando si parte la mattina molto presto in inverno. E’ buio e fa freddo, a volte pure troppo. Come oggi. Le previsioni davano temperature minime di 8°, e anche se il mio termometro sul balcone di casa ne segnava cinque sono partito bello tranquillo lo stesso. Alle 07:00 esco di casa (con un’ ora di ritardo sulla tabella di marcia ma non avendo un rientro “strettissimo” da rispettare ne ho approfittato), è ancora buio così monto una luce a batteria sulla Colnago e parto. L’ idea era di fare la Valle dell’ Adige, Peri-Fosse e rientro sul Garda dal Passo di Lumini. Come supero il Passo San Giovanni però iniziano i problemi, il termometro del Garmin  scende rapidamente sotto lo 0 fino a toccare quota -6 subito dopo Loppio. Passato l’ abitato di Mori entro in Val d’ Adige ma la situazione non migliora, è ancora buio e ci vorranno almeno un paio d’ ore prima che scaldi. Visto che non sono un pinguino decido per tornare alla base. Alle 09:00 sono a casa con una quarantina di chilometri nelle gambe, un’ oretta di stop, un caffè bollente e sono pronto a ripartire.

Stavolta però vado a colpo sicuro, con il lago non si sbaglia, c’ è un pallido sole e si sta decisamente meglio adesso. Ho voglia di salire un po’ quindi decido per un giretto semplice che è da parecchio che non faccio.

Sulla gardesana vengo raggiunto da un paio di ciclisti, mi superano e decido di accodarmi per sfruttare un po’ l’ andatura. Il primo è decisamente più in forma del suo compagno, sulla galleria in salita si allontana, io salgo nel mezzo al mio ritmo. Quando sbuco fuori lo trovo li ad aspettare il suo socio, loro proseguono verso Gargnano, io svolto a destra e inizio a salire. Oldesio si raggiunge dopo 5km di facile ascesa, ed in altri 2km si passa dalle frazioni di Morele e Gardola. Qui la strada spiana per 3km. Tirando il fiato mi accorgo di una variantella mai affrontata prima: un cartello indica “Santuario Montecastello” il quale si intravede in cima al bosco. Decido di salire, immagino ci sarà una bella vista. Quello che non immagino sono le pendenze che mi aspettano. Settecento metri di lunghezza di rampa in parte cementata, 105mt di dislivello, tre tornanti e una pendenza che andrà a toccare il 26%!!(dati di Strava, sul Garmin sono arrivato a leggere il 22%). A 3/4 esplodo e sono costretto a fermarmi, di ripartire non se ne parla, impossibile, proseguo a piedi fino all’ ultima curva, poi rimonto e mi concedo l’ arrivo trionfale in sella. Il Santuario è una struttura imponente e sorge arrocato su di una rupe dalla quale si vede tutto il basso Garda, peccato per la foschia ma ne è valsa comunque la pena. Faccio un paio di foto e poi scendo, accompagnato dai versi dell’ Alleluia che alcuni monaci stanno cantando nell’ Eremo alle spalle del Santuario, una situazione un po’ mistica che apprezzo.

La discesa è impegnativa quasi come la salita, vado fuori sella tipo mtb per non cappottare.

Dopo Prabione si sale e si scende ancora diverse volte con pendenze che toccano il 13/14%. La valle è stretta e devo fare parecchia attenzione all’ asfalto reso scivoloso da ghiaccio e detriti. Raggiunto il piccolo borgo di Vesio le fatiche sono finite. Sono passati 22km da quando ho lasciato la gardesana, è ora di tornare a valle, una ripida picchiata mi riporta a Limone e dopo, in breve, giungo a casa.

Nonostante la falsa partenza ho salvato la giornata, un bel giro classico e un motivo per tornare al Santuario, magari quando sarà aperto con la possibilità di visitarlo.

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I due giri su Strava, primo e secondo.

2 pensieri su “Obbiettivo 2015 n.1: strappo del Santuario Montecastello senza piede a terra

  1. carlo

    Niente male,io ho freddo e non mi muovo dalla strufa.Recupero il freddo della mattina che sono fuori a LAVORARE PERENNEMENTE ALL’OMBRA

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